Una vittoria per i diritti sociali. E’ quella ottenuta oggi dai Socialisti e Democratici che in commissione Mercato interno sono riusciti a respingere la proposta della Commissione Ue volta a introdurre una e-card, una carta elettronica. Con il pretesto di rendere più agevole la fornitura transfrontaliera di servizi commerciali e di costruzione e di eliminare gli oneri amministrativi, la carta elettronica istituirebbe di fatto il principio del paese d'origine minando gli strumenti di controllo e di applicazione del paese ospitante, portando a maggiori frodi transfrontaliere e nuovi casi di dumping sociale.


Virginie Rozière, eurodeputata S&D responsabile per la direttiva sulla e-card, dichiara:

“Lo stop di oggi alla carta elettronica in commissione Mercato interno è una vittoria per i diritti sociali e un segnale forte per la Commissione europea: queste proposte ultraliberali dovranno vedersela con la forte opposizione del gruppo S&D. La proposta della Commissione, se adottata, sarebbe stata un disastro per il nostro quadro normativo e sociale. Con il pretesto di facilitare la fornitura di servizi transfrontalieri, la carta elettronica avrebbe aperto la strada al ritorno del principio del paese di origine, favorendo gli Stati con coperture sociali e requisiti normativi più bassi. Questa bocciatura è una vittoria per l'Europa sociale.

“L’Ue dovrebbe incoraggiare una concorrenza leale tra le imprese e no il dumping sociale tra gli Stati membri”.


Liisa Jaakonsaari, eurodeputata S&D e responsabile per il regolamento sulla e-card afferma:

“Con la scusa di rendere più facile la fornitura di servizi transfrontalieri rimuovendo gli oneri amministrativi, la proposta della Commissione avrebbe avuto effetti negativi. La e-card non affronta nessuno dei veri ostacoli che le imprese si trovano dinanzi quando vogliono offrire servizi in un altro Stato membro. Al contrario, gli Stati membri sarebbero stati gravati da ulteriori strutture amministrative e l'incertezza del diritto sarebbe aumentata. Se la Commissione vuole davvero sostenere le imprese che offrono servizi transfrontalieri, dovrebbe garantire che le misure esistenti, come i singoli punti di contatto, siano attuate correttamente.

“Noi socialisti e democratici non appoggeremo mai una proposta che minaccia di aumentare le frodi e il dumping a livello transfrontaliero e sono orgoglioso che abbiamo costruito con successo una maggioranza in commissione Mercato interno per respingere questa disastrosa proposta”.


Nota per la stampa: 

Le due proposte di regolamento e di direttiva della Commissione forniscono un quadro per l'introduzione di una carta elettronica dei servizi europei, che mira a facilitare la prestazione transfrontaliera di servizi commerciali e di costruzione, eliminando gli oneri amministrativi e migliorando così la concorrenza. Il titolo della proposta è leggermente fuorviante in quanto non verrà introdotta una vera e-card, bensì una procedura elettronica comune a livello di Ue che utilizza il sistema IMI. La e-card sarebbe uno strumento volontario per le imprese ma gli Stati membri sarebbero obbligati a introdurre il sistema se la proposta dovesse essere adottata.

Secondo la proposta, lo Stato membro ospitante dovrebbe accettare l'autorizzazione concessa dallo Stato membro d'origine senza richiedere ulteriori requisiti. E una volta rilasciata, l'autorizzazione non ha limiti di tempo. Solo a determinate condizioni lo Stato membro di origine può sospendere o revocare l'autorizzazione. In tal modo, la carta elettronica istituirebbe di fatto il principio del paese d'origine minando gli strumenti di controllo e di applicazione del paese ospitante, portando a un aumento delle frodi e del dumping a livello transfrontaliero.