Ce l’abbiamo fatta! In un negoziato tra il Parlamento europeo, gli Stati membri e la Commissione, abbiamo raggiunto un accordo politico per nuove norme vincolanti che garantiscano un comportamento responsabile delle imprese.

La direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità sarà la prima normativa al mondo a obbligare le aziende, sia all’interno che all’esterno dell’UE, ad assumersi la responsabilità delle modalità di produzione e dell’impatto delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente: lavoro minorile, sfruttamento del lavoro, inquinamento e perdita di biodiversità, tra gli altri temi.

Si tratta di una vittoria importante per i Socialisti e Democratici, che hanno iniziato questa battaglia più di tre anni fa con una relazione d’iniziativa del Parlamento. Secondo l’accordo, saranno soggette alla legge sia le imprese dell’UE che quelle extra-UE con almeno 500 dipendenti e un determinato fatturato. Saranno tenute a identificare, prevenire e correggere qualsiasi danno da esse causato, ad esempio, danni ambientali o schiavitù - lungo l’intera catena del valore delle loro attività.

Lara Wolters, relatrice del Parlamento europeo sul dovere di diligenza, ha dichiarato:

“Il lavoro minorile in Congo per estrarre il cobalto per i nostri smartphone, il degrado delle foreste pluviali in Brasile per la soia che finisce nei nostri supermercati: questi sono solo due esempi di pratiche commerciali irresponsabili che si verificano ancora nel mondo di oggi, con un impatto in particolare sui più vulnerabili.

“Non possiamo chiudere gli occhi, soprattutto quando il risultato delle loro filiere finisce nei nostri supermercati, nei nostri armadi o negli smartphone e nei computer che usiamo nella nostra vita quotidiana.

“Noi Socialisti e Democratici festeggiamo oggi il fatto che ogni volta che un fornitore di un’azienda sfrutta il lavoro di qualcuno nella sua fabbrica, sarà obbligato a fermarlo oppure subirà sanzioni. È una vittoria importante anche il fatto che le vittime di abusi commessi dalle aziende potranno ottenere giustizia molto più facilmente. Quale mercato unico più grande al mondo, l’Unione europea ha il potere di riparare la catena danneggiata.

“Secondo l’accordo politico, le aziende dovranno redigere e presentare piani di transizione climatica in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, includendo obiettivi e misure concrete che porteranno le loro catene del valore alla neutralità climatica entro il 2050 in fasi quinquennali a partire dal 2030.” Questa è una delle nostre principali vittorie!

“Deploriamo che il settore finanziario - banche, assicurazioni e gestori patrimoniali - non avrà gli stessi obblighi di altri tipi di aziende per affrontare le ripercussioni dei cambiamenti climatici.”

Note per i redattori - Principali risultati per il Gruppo S&D:

  • Coinvolgimento di aziende UE ed extra-UE con più di 500 dipendenti e un fatturato di almeno 40 milioni di euro;

  • Le aziende dovranno identificare i loro impatti lungo la catena, dare priorità a questi impatti, prevenire o affrontare questi impatti, ad esempio modificando le loro pratiche di acquisto, esercitando la loro influenza, cambiando le loro operazioni commerciali, e porre rimedio nei confronti delle vittime, ad esempio attraverso una compensazione finanziaria o scuse pubbliche;

  • Ammende, il cui importo più elevato è pari ad almeno il 5% del fatturato dell’azienda; all’azienda può anche essere ordinato di prendere provvedimenti o di smettere di fare qualcosa (ad esempio, misure ingiuntive);

  • Sono previste sanzioni per le aziende che non rispettano le regole; le vittime di abusi aziendali potranno ottenere giustizia molto più facilmente, sia attraverso il tribunale che attraverso altri tipi di riparazione (compreso il risarcimento finanziario);

  • Le aziende dovranno rendere le loro catene del valore neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050 e presentare piani di transizione climatica in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, includendo obiettivi e misure concrete che porteranno le loro catene del valore alla neutralità climatica entro il 2050 in fasi quinquennali a partire dal 2030;

  • Le vittime di danni avranno un migliore accesso alla giustizia: le organizzazioni della società civile e i sindacati possono rappresentare le vittime in tribunale; i tribunali potranno disporre la divulgazione di prove da parte delle aziende; i tribunali potranno emettere ingiunzioni per fermare i danni.

Fasi successive

L’accordo politico sarà adottato dalla commissione giuridica (JURI) e votato durante una sessione plenaria nel 2024.

Eurodeputati coinvolti
Membro
Paesi Bassi
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