Il Gruppo S&D si batte per ottenere regole vincolanti che assicurino che le imprese si assumano la responsabilità nei confronti delle persone e del pianeta. È tempo che le aziende identifichino e attenuino l’impatto negativo delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente lungo l’intera catena del valore, sia dentro che fuori dall’UE. La mancata osservanza comporterà sanzioni e le vittime danneggiate dovranno poter ottenere giustizia in tribunale. Le sanzioni e le pene per il mancato adempimento delle responsabilità dettate dal dovere di diligenza incoraggerebbero le imprese ad adottare le misure necessarie per prevenire i danni.

Che cos’è il dovere di diligenza?

Per “dovere di diligenza” o “due diligence” si intende una ragionevole attenzione. In particolare, l’attenzione che ci aspettiamo dalle aziende verso il rispetto dei diritti umani, dell’ambiente e della buona governance. Vogliamo garantire questa attenzione (o “diligenza”) rendendo obbligatoria per le imprese l’adozione di misure per una condotta aziendale responsabile. Queste misure obbligherebbero le imprese a monitorare e identificare i rischi, nonché a gestire e porre rimedio agli impatti negativi legati alle attività dell’azienda. Tra questi, ad esempio, l’impatto di un’azienda sui diritti societari e sindacali, o su un ecosistema naturale o sulla governance locale, in presenza di rischi di corruzione o concussione.

Per cosa si batte il Gruppo S&D?

Ci battiamo affinché la condotta aziendale responsabile diventi la norma. Fare impresa nel XXI secolo deve significare fare impresa in modo responsabile. Per far sì che ciò accada, dobbiamo andare oltre gli attuali standard volontari e avere norme UE vincolanti sul dovere di diligenza per le aziende, che le obblighino a controllare l’intera catena del valore. Il dovere di diligenza non deve essere uno dei tanti obblighi, ma un processo continuo.

Ci stiamo battendo per rafforzare l’accesso alla giustizia per le vittime che hanno subito danni per mano delle aziende dell’UE. In breve, ci battiamo per mettere al primo posto le persone e il pianeta, non i profitti.

Nel 2022, la Commissione europea, in risposta alle richieste del Parlamento europeo guidate dal gruppo S&D, ha pubblicato proposte di direttiva sul dovere di diligenza delle aziende in materia di sostenibilità. La Commissione giuridica ha nominato l’eurodeputata S&D Lara Wolters come relatrice del Parlamento su queste proposte legislative.

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Fino a che punto devono spingersi le regole?

Vogliamo assicurarci che le aziende adempiano al dovere di diligenza in materia di ambiente, governance e diritti umani lungo l’intera catena del valore, anche quando questa si estende al di fuori dell’Europa. Anche quando le catene di approvvigionamento sono molto complesse, ci aspettiamo che le aziende facciano tutto ciò che è ragionevole aspettarsi per prevenire i danni.

Le norme devono avere un ampio campo di applicazione e applicarsi a tutte le imprese dell’UE, comprese quelle che si occupano di servizi finanziari. Tutte le aziende con più di 250 dipendenti e un fatturato di almeno 40 milioni di euro dovrebbero essere coperte dagli obblighi.

Perché gli standard volontari non sono sufficienti?

Le misure volontarie sul dovere di diligenza (come le Linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali) non sono riuscite a determinare un cambiamento generale nella mentalità delle imprese dell’UE: una recente ricerca mostra che solo il 37% delle imprese intervistate effettua attualmente la due diligence in materia di ambiente e diritti umani, e solo il 16% copre l’intera catena di approvvigionamento.

Vogliamo condizioni di parità, in cui le aziende che adottano misure volontarie non siano messe in una posizione di svantaggio competitivo per aver fatto la cosa giusta.

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European Union 2023 - Source : EP/Laurie DIEFFEMBACQ
Chi sostiene la necessità di regole obbligatorie?

La società civile, gli standard internazionali, gli Stati membri e le stesse imprese sono ampiamente a favore di un quadro obbligatorio del dovere di diligenza. Anche se le aziende non cercano attivamente di nuocere, a molte manca ancora la certezza del diritto e la chiarezza su ciò che ci si aspetta da loro.

In una recente votazione in seno alla commissione giuridica, una forte maggioranza dei gruppi politici ha sostenuto la visione del Gruppo S&D per nuove regole vincolanti in materia di dovere di diligenza.

Cosa può succedere senza il dovere di diligenza?

Esistono numerosi esempi in cui il dovere di diligenza avrebbe evitato disastri ambientali e dei diritti umani.

In Bangladesh, nel 2013, oltre mille lavoratori sono rimasti uccisi e feriti, la maggior parte dei quali donne, a causa dei cedimenti strutturali dell’edificio Rana Plaza. Questo disastro ha fatto luce sulle condizioni di lavoro abusive che spesso si riscontrano nella catena di approvvigionamento tessile globale. Con regole vincolanti nel campo della due diligence, possiamo assicurarci che le imprese dell’UE compiano tutti gli sforzi ragionevoli per identificare e far fronte alle violazioni dei diritti dei lavoratori che fabbricano gli abiti che compriamo e indossiamo ogni giorno.

La contaminazione di Ogoniland nel delta del Niger è un altro esempio scioccante di come la mancanza di una condotta aziendale responsabile abbia danneggiato l’ambiente e causato danni incommensurabili alla salute, alle case e ai mezzi di sussistenza delle persone.                

Nelle fabbriche di un fornitore globale di tecnologia a Shenzhen, un’ondata di suicidi ha dimostrato che alcuni lavoratori preferirebbero morire piuttosto che affrontare un altro giorno alla catena di montaggio. Invece di migliorare le condizioni di lavoro, la risposta aziendale è stata quella di far installare grandi reti all’esterno di molti edifici.  Questo tipo di condotta commerciale non dovrebbe mai essere accettata dai fornitori di un’azienda dell’UE e le vittime o i loro rappresentanti dovrebbero essere in grado di chiamare a risponderne le aziende madri.

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Cosa possiamo ottenere con il dovere di diligenza?

Solo ritenendo le aziende responsabili delle conseguenze della loro condotta commerciale, l’UE potrà effettivamente rispettare gli impegni assunti a livello mondiale in materia di clima. Essendo il più grande mercato del mondo, le aziende dell’UE svolgono un ruolo fondamentale nella definizione degli standard globali. Estendendo l’ambito di applicazione della due diligence lungo la catena di approvvigionamento, l’UE può esercitare un’influenza positiva nel mondo come standard internazionale, per rispondere a sfide quali il cambiamento climatico e le violazioni dei diritti umani.

Con le nuove regole, possiamo anche rendere le aziende responsabili se non adempiono agli obblighi di diligenza; in altre parole, se hanno contribuito o causato danni che avrebbero potuto essere evitati, possiamo assicurarci che le vittime abbiano un accesso più facile alla giustizia.

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Chi è coinvolto nel dovere di diligenza?

Riteniamo che gli amministratori delegati delle società debbano essere responsabili della supervisione del processo di due diligence. Vogliamo assicurarci che non ci siano più nascondigli e scappatoie. Nelle aziende con più di 1.000 dipendenti, vogliamo che la remunerazione sia legata all’adempimento della due diligence.

Le imprese dovranno impegnarsi con le parti interessate e i loro rappresentanti, come i sindacati, durante tutto il processo di due diligence. Se un’azienda non dispone di informazioni sufficienti sui potenziali danni, deve coinvolgere le organizzazioni della società civile con informazioni pertinenti.

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Come facciamo a far rispettare le regole?

Vogliamo che siano previste sanzioni per le aziende che non rispettano le regole, con penali fino al 5% del fatturato globale di un’azienda. La denuncia pubblica («naming and shaming») da parte delle autorità dovrebbe essere un altro strumento per garantire che le aziende si conformino, oltre al ritiro dei prodotti dal mercato dell’UE. La violazione delle norme del dovere di diligenza influisce anche sulla considerazione di un’azienda nei processi di appalto pubblico.

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Quali sono i prossimi passi?

Il 1° giugno 2023, il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulle norme obbligatorie per inserire nella condotta aziendale l’impatto di un’impresa sui diritti umani e sull’ambiente. Nonostante i tentativi dei conservatori del Parlamento europeo di annacquare le nuove regole, la maggioranza degli eurodeputati ha votato a favore del nostro approccio più avanzato.

Con l’approvazione del mandato negoziale del Parlamento, il Gruppo S&D continuerà a trainare questa ardua campagna da qui alla fine dell’attuale mandato per raggiungere un accordo con i governi dell’UE in seno al Consiglio.

Si tratta di un punto di svolta. La maggior parte delle aziende prende sul serio i propri doveri nei confronti delle persone e dell’ambiente e queste nuove regole eque aiuteranno ancora di più le aziende, impedendo a quelle poche grandi aziende arroganti, gestite in modo disonesto e non etico, di infrangere le regole.